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Bergamo Half Marathon: questa l'avventura di Luca

Bergamo Half Marathon: questa l'avventura di Luca

Luca racconta ad Orobiando  la sua prima esperienza alla Mezza Maratona di Bergamo 2016. Un racconto sincero, dettagliato e schietto a spasso per le vie di Bergamo.

"Ciao a tutti, sono Luca, ho 44 anni, abito a Trescore Balneario e corro da poco più di un anno."

Detta così sembra la presentazione ad un circolo di alcolisti anonimi e con il tempo sto scoprendo che la passione per la corsa è una cosa che dà dipendenza. L’unica differenza è il fatto che questa alla salute fa abbastanza bene.

Tramite un’amica mi è stato chiesto dai ragazzi di Orobiando di buttar giù due righe sulla mezza maratona di Bergamo senza sapere né come corro ma,soprattutto, come scrivo.

E io ho deciso di provarci.

Innanzitutto, sgombriamo il campo dai dubbi: non sono un runner, o almeno non lo sono ancora. Lo vorrei essere, ma non ci sono ancora arrivato, quindi i miei allenamenti, la mia preparazione alla gara e il risultato sono da “quasi” runner.

All’inizio di Settembre non ero molto allenato, ma vedendo foto e video della passata mezza maratona di Bergamo mi sono detto: "Perché no? E’ una gara praticamente sotto casa".

E allora sotto con gli allenamenti: tre uscite a settimana ed una quasi forma. Giro di messaggi agli amici per avvertirli, gli stessi amici che il giorno prima della gara mi fanno telefonate pieni di consigli che - ovviamente - non seguirò, semplicemente perché non li ricordo. Arriva la mattina della gara: bella giornata, squarci che solo Bergamo sa regalare e quel pizzico di adrenalina pre gara.

Cominciamo bene; caffè alla Marianna giusto10 minuti prima della partenza, quattro chiacchiere con un collega che prepara la maratona ed un ex compagno di basket anche lui virato sul running una volta raggiunti gli anta. Si parte con una decina di minuti di ritardo per aspettare chi non era ancora arrivato dal village della partenza... e via: giù per le Mura!

Corrono tutti belli lanciati, non posso essere da meno e quindi... "giù a chiodo" pure io; strappetto a metà mura per raggiungere la Corsarola poi un bell’imbuto nel cuore di Città Alta. "Che bella che è", mi dico.

Ogni volta mi stupisco di quanto sia bella e curata la mia città.

Bene, curva a gomito e giù per la Boccola, poi tutta via Fara poi Viale Vittorio Emanuele, tutta discesa... 4 chilometri a pallettoni, volo!

Poi atterro. Pesantemente. Appena la strada spiana i 4 chilometri appena fatti chiedono il conto; ne ho ancora 17 davanti. Vabbè c’è il ristoro, mi fermo, bevo, riprendo fiato e parto. Le persone ai bordi della strada chiusa sono poche, molto poche; ogni tanto qualche bimbo che chiede il 5, glielo dò volentieri anche solo per non pensare a tutti i chilometri che ho ancora davanti. Ci fanno passare dentro l’Accademia di Finanza e mi stupisco di essere in un posto che ho sempre visto da fuori.

Giro attorno alle piscine e passo davanti al vecchio Ospedale; primo cambio della staffetta e io comincio ad arrancare seriamente. Cerco l’ombra; si scende verso la Briantea e il gruppo - ormai - è molto sgranato, le biciclette e i passanti ti incrociano e quasi non ti vedono.

Facciamo un pezzo di Briantea e poi si torna verso il centro, tutta via Camozzi, passaggio in via Torquato Tasso e poi su. Forse il pezzo più duro, perché più noioso dal parco Marenzi a tutta via Suardi; poche macchine, pochi runner, nessuno spettatore, un po’ triste.

Ecco Borgo Santa Caterina, sarà perché sono luoghi veramente conosciuti, questo mi dà un po’ di grinta e poi vedo moglie e figli...un po’ di orgoglio su! Prendo il ritmo e tiro dritto fino in fondo a Via Verdi: comincia il secondo giro. Accademia di Finanza, ex Ospedale, Briantea; aumenta la fatica, il caldo e l’insofferenza degli automobilisti. "Chissà dove devono andare alle 11:30 della Domenica mattina con tutta questa fretta!".

Per aiutarmi ad arrivare alla fine attacco bottone con un uomo che corre (si fa per dire) alla mia velocità; vedo che non gli dò fastidio e che ribatte. Bene! Ci facciamo compagnia: "di dove sei?". "E' la prima che fai?". "Dai che è quasi finita". Non so come si chiama e non ricordo il suo numero di pettorale. Meglio così: molto poetica come cosa.

Ultimo chilometro: Via XX Settembre transennata, tra due ali di folla che non ti calcola, inquietante, arrivo finalmente sul Sentierone, ad aspettarmi papà, moglie e figli. Mi riprendo e finisco col sorriso.

Cosa mi è rimasto di questa gara?

Sinceramente poco, finché il contorno sia di ambientazione che di pubblico è stato all’altezza la gara aveva fascino (partenza e arrivo).

Nel mezzo tanta noia, stradoni vuoti e nessuno ad applaudire.

Forse Bergamo non è ancora pronta per una gara del genere."

Luca Cuminetti, pettorale 430, 2:07:58​